Scoprire Napoli e le sue Meraviglie.

Mario Pio
Scoprire Napoli e le sue Meraviglie.

Visite turistiche

Il Murales Diego Armando Maradona è un luogo di Culto per tutti gli appassionati sparsi nel mondo del calcio. Il murales di Maradona risale al 1990, anno in cui il Napoli vinse il secondo scudetto grazie al “Pibe de Oro”. L’opera venne realizzata, grazie ad una colletta, dal giovane artista Mario Filardi che abitava in zona. Il murales di Maradona venne poi restaurato pochi anni fa dal momento che i condomini avevano aperto una finestra proprio dove si trova la testa.
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Murals Maradona 1990
62 Via Emanuele de Deo
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Il Murales Diego Armando Maradona è un luogo di Culto per tutti gli appassionati sparsi nel mondo del calcio. Il murales di Maradona risale al 1990, anno in cui il Napoli vinse il secondo scudetto grazie al “Pibe de Oro”. L’opera venne realizzata, grazie ad una colletta, dal giovane artista Mario Filardi che abitava in zona. Il murales di Maradona venne poi restaurato pochi anni fa dal momento che i condomini avevano aperto una finestra proprio dove si trova la testa.
Via Toledo è una delle arterie principali di Napoli ed è lunga circa 1,2 km. La strada inizia da Piazza Dante e termina in Piazza Trieste e Trento, nella sequenza della strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, chiese e palazzi nobiliari. La via è una delle tappe dello shopping napoletano e della vita culturale fin dal XVI secolo. Fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. La strada correva lungo la vecchia cinta muraria occidentale di epoca aragonese che per gli ampliamenti difensivi proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata. Dal 18 ottobre del 1870 al 1980 la strada si è chiamata Via Roma in onore della neocapitale del Regno d’Italia. Nel 2012 viene inaugurata lungo la via la stazione Toledo della Metropolitana di Napoli ed è, a partire da via Armando Diaz fino a piazza Trieste e Trento, interamente adibita a transito pedonale.
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Via Toledo
Via Toledo
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Via Toledo è una delle arterie principali di Napoli ed è lunga circa 1,2 km. La strada inizia da Piazza Dante e termina in Piazza Trieste e Trento, nella sequenza della strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, chiese e palazzi nobiliari. La via è una delle tappe dello shopping napoletano e della vita culturale fin dal XVI secolo. Fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. La strada correva lungo la vecchia cinta muraria occidentale di epoca aragonese che per gli ampliamenti difensivi proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata. Dal 18 ottobre del 1870 al 1980 la strada si è chiamata Via Roma in onore della neocapitale del Regno d’Italia. Nel 2012 viene inaugurata lungo la via la stazione Toledo della Metropolitana di Napoli ed è, a partire da via Armando Diaz fino a piazza Trieste e Trento, interamente adibita a transito pedonale.
Toledo è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli ubicata nel quartiere San Giuseppe. Secondo il quotidiano inglese The Daily Telegraph è la stazione della metropolitana più bella d'Europa e del mondo.Primato confermato anche nella classifica della CNN. Nel 2013 vince il premio Emirates leaf international award come "Public building of the year".Nel 2015 è la volta del premio 'International Tunnelling Association: Oscar delle opere in sotterraneo', assegnato alla stazione che supera la concorrenza di importanti opere di Sydney e Gerusalemme. Progettata dall'architetto spagnolo Óscar Tusquets, la stazione serve per spostarsi sia nella zona del rione Carità sia nella zona degli adiacenti Quartieri Spagnoli, nonché della vicina piazza Carità. Per curare l'esterno della stazione si è provveduto a rendere totalmente pedonale il tratto di via Diaz che va da via Toledo a via Oberdan, oltre al tratto di via Toledo dinanzi alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, e quindi il preesistente incrocio fra via Toledo e via Diaz è stato trasformato in un largo, che poi successivamente è stato intitolato a Enrico Berlinguer.
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Metropolitana Via Toledo
Via Toledo
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Toledo è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli ubicata nel quartiere San Giuseppe. Secondo il quotidiano inglese The Daily Telegraph è la stazione della metropolitana più bella d'Europa e del mondo.Primato confermato anche nella classifica della CNN. Nel 2013 vince il premio Emirates leaf international award come "Public building of the year".Nel 2015 è la volta del premio 'International Tunnelling Association: Oscar delle opere in sotterraneo', assegnato alla stazione che supera la concorrenza di importanti opere di Sydney e Gerusalemme. Progettata dall'architetto spagnolo Óscar Tusquets, la stazione serve per spostarsi sia nella zona del rione Carità sia nella zona degli adiacenti Quartieri Spagnoli, nonché della vicina piazza Carità. Per curare l'esterno della stazione si è provveduto a rendere totalmente pedonale il tratto di via Diaz che va da via Toledo a via Oberdan, oltre al tratto di via Toledo dinanzi alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, e quindi il preesistente incrocio fra via Toledo e via Diaz è stato trasformato in un largo, che poi successivamente è stato intitolato a Enrico Berlinguer.
Piazza del Plebiscito (già largo di Palazzo o Foro Regio) è una piazza di Napoli posizionata al termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento. Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Da Largo di Santo Loise a Largo di Palazzo Modifica Uno slargo nel sito sul quale insiste oggi piazza Plebiscito esisteva già intorno al 1543 in conseguenza alla costruzione di un palazzo Vicereale, voluto da Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga; l'intervento, diretto dagli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa, richiese infatti l'espropriazione di parte del terreno dei conventi di Santo Spirito e di San Luigi per realizzare «una spianata» e una strada «innanzi la chiesa di Santo Loise». Fu solo con l'edificazione dell'attuale palazzo Reale di Napoli, tuttavia, che ebbe effettivamente inizio la storia di piazza Plebiscito. Il progetto venne affidato a Domenico Fontana, che - memore della lezione romana - decise di rivolgere la nuova residenza vicereale non più verso la «strada Toledana», bensì verso il nascente slargo, opportunamente livellato così da fornire una scenografica quinta architettonica alla costruenda fabbrica.In questo modo, l'architetto ebbe anche l'opportunità di far dialogare tra di loro «lo spazio chiuso della vecchia città e lo spazio aperto della marina», come ricordato da Giulio Carlo Argan. Una volta completato il palazzo Reale lo slargo, finalmente battezzato «largo di Palazzo», divenne rapidamente il centro vitale della città, oltre che un'area pubblica di rappresentanza di tutto rilievo. «Polo decisionale e centro della vita cortigiana», il Largo ebbe anche il merito di creare un polo d'attrazione per la classe aristocratica e nobile, ancora restia a insediarsi oltre il perimetro del centro storico.
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Piazza del Plebiscito
Piazza del Plebiscito
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Piazza del Plebiscito (già largo di Palazzo o Foro Regio) è una piazza di Napoli posizionata al termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento. Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Da Largo di Santo Loise a Largo di Palazzo Modifica Uno slargo nel sito sul quale insiste oggi piazza Plebiscito esisteva già intorno al 1543 in conseguenza alla costruzione di un palazzo Vicereale, voluto da Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga; l'intervento, diretto dagli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa, richiese infatti l'espropriazione di parte del terreno dei conventi di Santo Spirito e di San Luigi per realizzare «una spianata» e una strada «innanzi la chiesa di Santo Loise». Fu solo con l'edificazione dell'attuale palazzo Reale di Napoli, tuttavia, che ebbe effettivamente inizio la storia di piazza Plebiscito. Il progetto venne affidato a Domenico Fontana, che - memore della lezione romana - decise di rivolgere la nuova residenza vicereale non più verso la «strada Toledana», bensì verso il nascente slargo, opportunamente livellato così da fornire una scenografica quinta architettonica alla costruenda fabbrica.In questo modo, l'architetto ebbe anche l'opportunità di far dialogare tra di loro «lo spazio chiuso della vecchia città e lo spazio aperto della marina», come ricordato da Giulio Carlo Argan. Una volta completato il palazzo Reale lo slargo, finalmente battezzato «largo di Palazzo», divenne rapidamente il centro vitale della città, oltre che un'area pubblica di rappresentanza di tutto rilievo. «Polo decisionale e centro della vita cortigiana», il Largo ebbe anche il merito di creare un polo d'attrazione per la classe aristocratica e nobile, ancora restia a insediarsi oltre il perimetro del centro storico.
Piazza Trieste e Trento (già piazza San Ferdinando) è situata nel centro storico di Napoli. Nodo viario di grande rilevanza, qui convergono via Toledo, via Chiaia e via San Carlo; inoltre è il principale punto d'accesso alla vicina, e ben più famosa, piazza del Plebiscito. Piazza Trieste e Trento assunse l'odierna denominazione nel 1919 in celebrazione della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, mentre l'assetto attuale risente delle trasformazioni urbanistiche attuate fino al termine dell'Ottocento. Di forma irregolare, ai suoi margini sorgono il Teatro San Carlo, il Palazzo Reale, il Palazzo del Cardinale Zapata, il Palazzo D'Alessandro di Pescolanciano e la seicentesca chiesa di San Ferdinando, inglobata nel medesimo lotto della Galleria Umberto I. Al centro della piazza si trova la Fontana del Carciofo, voluta da Achille Lauro negli anni cinquanta del XX secolo. Sul lato ovest, al piano terreno del palazzo delle Prefettura, è situato il celebre Caffè Gambrinus, in cui è ancora conservata la decorazione creata da alcuni importanti artisti attivi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, come Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti. Nel palazzo del Cardinale Zapata (n. 48) ha sede il Museo "Giuseppe Caravita Principe di Sirignano", dedicato agli artisti napoletani dei secoli XIX e XX. Fino al 1843 sorgeva dove oggi c'è un ampio spazio tra il teatro e il palazzo reale il palazzo Vicereale, chiamato anche palazzo Vecchio, realizzato nel 1540 su progetto di Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa per volere del viceré don Pedro di Toledo.
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Piazza Trieste e Trento
Piazza Trieste e Trento
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Piazza Trieste e Trento (già piazza San Ferdinando) è situata nel centro storico di Napoli. Nodo viario di grande rilevanza, qui convergono via Toledo, via Chiaia e via San Carlo; inoltre è il principale punto d'accesso alla vicina, e ben più famosa, piazza del Plebiscito. Piazza Trieste e Trento assunse l'odierna denominazione nel 1919 in celebrazione della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, mentre l'assetto attuale risente delle trasformazioni urbanistiche attuate fino al termine dell'Ottocento. Di forma irregolare, ai suoi margini sorgono il Teatro San Carlo, il Palazzo Reale, il Palazzo del Cardinale Zapata, il Palazzo D'Alessandro di Pescolanciano e la seicentesca chiesa di San Ferdinando, inglobata nel medesimo lotto della Galleria Umberto I. Al centro della piazza si trova la Fontana del Carciofo, voluta da Achille Lauro negli anni cinquanta del XX secolo. Sul lato ovest, al piano terreno del palazzo delle Prefettura, è situato il celebre Caffè Gambrinus, in cui è ancora conservata la decorazione creata da alcuni importanti artisti attivi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, come Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti. Nel palazzo del Cardinale Zapata (n. 48) ha sede il Museo "Giuseppe Caravita Principe di Sirignano", dedicato agli artisti napoletani dei secoli XIX e XX. Fino al 1843 sorgeva dove oggi c'è un ampio spazio tra il teatro e il palazzo reale il palazzo Vicereale, chiamato anche palazzo Vecchio, realizzato nel 1540 su progetto di Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa per volere del viceré don Pedro di Toledo.

Ristorante

Donna Elvira è una classica trattoria Napoletana che raccoglie tutti i sapori della terra campana, coltivando le antiche tradizioni napoletane con un tocco di stile moderno e minimal.
Donna Elvira è una classica trattoria Napoletana che raccoglie tutti i sapori della terra campana, coltivando le antiche tradizioni napoletane con un tocco di stile moderno e minimal.
Donna Elvira
4 Vico Giardinetto
Donna Elvira è una classica trattoria Napoletana che raccoglie tutti i sapori della terra campana, coltivando le antiche tradizioni napoletane con un tocco di stile moderno e minimal.
Pizza&Babà è un locale storico del Quartieri Spagnoli, nasce con un idea particolare; quella di portare in alto la cucina napoletana con i suoi sapori. Ristorante e Pizzeria vi stupirà in ogni minimo dettaglio.
Pizza & Babà
3 Via Montecalvario
Pizza&Babà è un locale storico del Quartieri Spagnoli, nasce con un idea particolare; quella di portare in alto la cucina napoletana con i suoi sapori. Ristorante e Pizzeria vi stupirà in ogni minimo dettaglio.

Le Guide ai Quartieri Spagnoli

Passeggiando per vico Lungo del Gelso si incontrano numerose opere di street art. Già all’incrocio con vico Figurelle e via Portacarese si trovano i primi murales di Cyop&Kaf. Ne hanno realizzati circa 200, sparsi per tutti i Quartieri Spagnoli. Sono un po’ ovunque e li riconoscerai facilmente dallo stile.
Vico Lungo del Gelso
Vico Lungo del Gelso
Passeggiando per vico Lungo del Gelso si incontrano numerose opere di street art. Già all’incrocio con vico Figurelle e via Portacarese si trovano i primi murales di Cyop&Kaf. Ne hanno realizzati circa 200, sparsi per tutti i Quartieri Spagnoli. Sono un po’ ovunque e li riconoscerai facilmente dallo stile.
Passeggiando lungo “Vico Totò”, il nuovo nome di via Portacarrese a Montecalvario, si incontrano decide di opere realizzate da diversi artisti per rendere omaggio al Principe della Risata. Lo si trova raffigurato nei tanti ruoli interpretati nei suoi film, in visioni fantasiose e, talvolta, con l’amico Peppino.
Via Portacarrese a Montecalvario
Via Portacarrese a Montecalvario
Passeggiando lungo “Vico Totò”, il nuovo nome di via Portacarrese a Montecalvario, si incontrano decide di opere realizzate da diversi artisti per rendere omaggio al Principe della Risata. Lo si trova raffigurato nei tanti ruoli interpretati nei suoi film, in visioni fantasiose e, talvolta, con l’amico Peppino.
CHIESA DI SANT’ANNA DI PALAZZO La bellissima chiesa di Sant’Anna di Palazzo è una chiesa monumentale che si erge in vico Rosario di Palazzo. Fu costruita per celebrare la vittoria di Lepanto contro la flotta dell’esercito ottomano nel 1571. In questa chiesa fu battezzato il pittore Luca Giordano, mentre la rivoluzionaria partenopea Eleonora Pimentel Fonseca nel 1778 vi celebrò il suo matrimonio e, qualche tempo dopo, vi seppellì il suo unico figlio Francesco, morto quand'era ancora in fasce. All’interno della chiesa - oggi molto di diversa dalla SantAnna vecchia che fu abbattuta nel 1964 in seguito ai danni subiti per i bombardamenti della seconda guerra mondiale - è possibile ammirare e decorazioni in stucco risalenti al XVII secolo, oltre al maestoso altare maggiore progettato da Domenico Antonio Vaccaro nel 1729.
Vico Rosario di Palazzo
Vico Rosario di Palazzo
CHIESA DI SANT’ANNA DI PALAZZO La bellissima chiesa di Sant’Anna di Palazzo è una chiesa monumentale che si erge in vico Rosario di Palazzo. Fu costruita per celebrare la vittoria di Lepanto contro la flotta dell’esercito ottomano nel 1571. In questa chiesa fu battezzato il pittore Luca Giordano, mentre la rivoluzionaria partenopea Eleonora Pimentel Fonseca nel 1778 vi celebrò il suo matrimonio e, qualche tempo dopo, vi seppellì il suo unico figlio Francesco, morto quand'era ancora in fasce. All’interno della chiesa - oggi molto di diversa dalla SantAnna vecchia che fu abbattuta nel 1964 in seguito ai danni subiti per i bombardamenti della seconda guerra mondiale - è possibile ammirare e decorazioni in stucco risalenti al XVII secolo, oltre al maestoso altare maggiore progettato da Domenico Antonio Vaccaro nel 1729.
PARCO DEI QUARTIERI SPAGNOLI Il complesso della Ss.Trinità delle Monache, conosciuto anche come Parco dei Quartieri Spagnoli, è uno dei più vasti complessi abbaziali di Napoli. Sorge nel quartiere di Montecalvario e confina con la Certosa di San Martino, il Castel Sant'Elmo e il complesso di Santa Lucia Vergine al Monte. Nella parte bassa dell’edificio, si trova la chiesa della Santissima Trinità delle Monache risalente al 1536. A causa della scarsa manutenzione, nel 1897 si sono registrati crolli della volta e della cupola, elementi che poi vennero sostituiti con una modesta copertura a falde e con l'aggiunta di alcuni elementi moderni. Negli anni ’90 l’Agenzia del Demanio, decise di affidare al Comune di Napoli la programmazione del suo recupero. Fu elaborato così un piano che prevedeva la trasformazione del Complesso in Polo polifunzionale destinato ad accogliere strutture universitarie e di ricerca, nonché attività sportive, piscina, parco giochi, atelier. Ma quel progetto, di fatto, non fu mai avviato. Oggi il complesso ospita alcuni uffici comunali afferenti al Servizio Programma UNESCO e valorizzazione della città storica nonché un presidio dei Vigili del Fuoco; il centro di aggregazione adolescenti “Palazzetto Urban”, nel quale hanno sede diverse associazioni, tra cui “l’Associazione dei Quartieri Spagnoli” (che si occupa dei ragazzi del territorio coinvolgendoli in progetti d’insieme, partite di calcetto o attività ludo-ricreative).
Vico Trinitá delle Monache
Vico Trinitá delle Monache
PARCO DEI QUARTIERI SPAGNOLI Il complesso della Ss.Trinità delle Monache, conosciuto anche come Parco dei Quartieri Spagnoli, è uno dei più vasti complessi abbaziali di Napoli. Sorge nel quartiere di Montecalvario e confina con la Certosa di San Martino, il Castel Sant'Elmo e il complesso di Santa Lucia Vergine al Monte. Nella parte bassa dell’edificio, si trova la chiesa della Santissima Trinità delle Monache risalente al 1536. A causa della scarsa manutenzione, nel 1897 si sono registrati crolli della volta e della cupola, elementi che poi vennero sostituiti con una modesta copertura a falde e con l'aggiunta di alcuni elementi moderni. Negli anni ’90 l’Agenzia del Demanio, decise di affidare al Comune di Napoli la programmazione del suo recupero. Fu elaborato così un piano che prevedeva la trasformazione del Complesso in Polo polifunzionale destinato ad accogliere strutture universitarie e di ricerca, nonché attività sportive, piscina, parco giochi, atelier. Ma quel progetto, di fatto, non fu mai avviato. Oggi il complesso ospita alcuni uffici comunali afferenti al Servizio Programma UNESCO e valorizzazione della città storica nonché un presidio dei Vigili del Fuoco; il centro di aggregazione adolescenti “Palazzetto Urban”, nel quale hanno sede diverse associazioni, tra cui “l’Associazione dei Quartieri Spagnoli” (che si occupa dei ragazzi del territorio coinvolgendoli in progetti d’insieme, partite di calcetto o attività ludo-ricreative).
Il palazzo di Eleonora Pimentel Fonseca Lungo la strada i vicoli diventano più stretti e le voci si mescolano. Piano piano prendiamo anche noi il ritmo e diventiamo parte di questo mosaico vivente. Prima tappa in via Santa Teresella degli Spagnoli, 46. All’orizzonte si vede enorme e lucente la cupola della galleria Umberto. Sembra vicinissima. Ci infiliamo in un portone per evitare i motorini e Peppe ci indica di fronte a noi un palazzone giallo, con grandi fregi in stile roccocò e uno stemma sul portale. Il nome inciso sul portale è Schisa. Qui Eleonora Pimentel Fonseca creò la redazione del Monitore napoeltano. Ed ecco Eleonora Pimentel Fonseca prende forma sulla facciata dell'ex mercatino di Sant'Anna di Palazzo. Il volto bello, giovane e fiero dell'eroina della Rivoluzione Napoletana del 1799, svetta tra i palazzi dei Quartieri Spagnoli, con i capelli al vento, le labbra morbide e gli occhi malinconici, ma determinati. Il murale è realizzato da Leticia Mandragora è un segno di speranza.
Via Santa Teresella degli Spagnoli
Via Santa Teresella degli Spagnoli
Il palazzo di Eleonora Pimentel Fonseca Lungo la strada i vicoli diventano più stretti e le voci si mescolano. Piano piano prendiamo anche noi il ritmo e diventiamo parte di questo mosaico vivente. Prima tappa in via Santa Teresella degli Spagnoli, 46. All’orizzonte si vede enorme e lucente la cupola della galleria Umberto. Sembra vicinissima. Ci infiliamo in un portone per evitare i motorini e Peppe ci indica di fronte a noi un palazzone giallo, con grandi fregi in stile roccocò e uno stemma sul portale. Il nome inciso sul portale è Schisa. Qui Eleonora Pimentel Fonseca creò la redazione del Monitore napoeltano. Ed ecco Eleonora Pimentel Fonseca prende forma sulla facciata dell'ex mercatino di Sant'Anna di Palazzo. Il volto bello, giovane e fiero dell'eroina della Rivoluzione Napoletana del 1799, svetta tra i palazzi dei Quartieri Spagnoli, con i capelli al vento, le labbra morbide e gli occhi malinconici, ma determinati. Il murale è realizzato da Leticia Mandragora è un segno di speranza.